Roma. Domenica 25 ottobre 2015 Festa di Cristo Re Santa Messa Pontificale nella Chiesa della Trinità dei Pellegrini per la chiusura del IV Pellegrinaggio "Summorum Pontificum"
Omelia
del Rev.mo dom Jean Pateau,OSB, Abate di Fontgombault. Ne postiamo una parte grazie alla trascrizione di Romualdica.
Cari fratelli e sorelle,
“Cristo vince, Cristo regna, Cristo impera”.
Le acclamazioni carolingie non mettono forse a dura prova la nostra fede?
Nel 1935 Stalin rispondeva così a Pierre Laval, che gli chiedeva di rispettare le libertà religiose: “Quante divisioni ha il Papa?”.
Oggi molti uomini di Stato fanno implicitamente, e qualche volta esplicitamente, la stessa riflessione.
Nel presente frangente, in cui la libertà religiosa, la famiglia, la vita nascente o giunta al termine, sono sotto attacco nella maggior parte dei Paesi del mondo, e anche all’interno stesso della Chiesa, la festa di Cristo Re viene a sollecitare un atto di fede da parte di coloro che sarebbero tentati dalla disperazione.
Il Vangelo ha ricordato il faccia a faccia di Gesù e Pilato, il dialogo di uno che ritiene di detenere ogni potere con un uomo schernito, deriso, sconfitto: “Tu sei il Re dei Giudei?... Dunque, tu sei Re?”.
La risposta di Gesù svela una regalità ignorata dagli uomini, un Re testimone della verità: “Tu lo dici, io sono Re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce” (Gv 18,37).
Sono 2000 anni che, in gran numero, stupefatti, beffardi, provocatori… uomini di compromesso, di calcolo, o semplicemente nel dubbio hanno posto questa domanda a Gesù.
La risposta di Cristo rimane sempre la stessa: “Io sono Re”.
Con san Paolo, siamo nell’azione di grazie poiché: “Per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui. Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa” (Col 1,16-18).
Durante il rito del battesimo il sacerdote interroga il catecumeno: “Che cosa chiedi alla Chiesa?”.
Quegli risponderà: “La fede”.
Una risposta che deve essere il fermo proposito di una vita.
Il fallimento della speranza e della carità dipende spesso da una mancanza di fede, da una visione troppo umana delle circostanze che dimentica l’abbandono al piano di Dio.
Il riconoscimento da parte degli Stati, delle nazioni, della regalità di Cristo, comincia con l’accettazione di questa regalità su ciascuno di noi.
Il motu proprio Summorum Pontificum di Sua Santità il Papa Benedetto XVI ci permette di attingere nella pace alle ricchezze liturgiche della forma extraordinaria. ...